Lettera aperta a capitani d'impresa

Lettera aperta a capitani d'impresa

Il problema? Gli sprechi aziendali.

Caro imprenditore o audace capitano d'impresa, abbiamo un problema. 

Anzi, ne abbiamo due, entrambi di una certa gravità soprattutto nel contesto economico in cui ci troviamo.

Le nostre imprese lasciano oltre il 80% di quanto producono nel buco nero dello Stato ed in più sprecano più del 80% della loro energia/ passione nel buco nero delle attività inutili o poco utili.

Abbiamo un livello di tassazione folle ed una produttività generalmente bassa, se non decrescente. Mentre per il primo problema è compito dello Stato darsi una regolata, per il secondo è compito vostro trovare le soluzioni, cari imprenditori e capitani d’impresa. A voi urge dare una mano per eliminare le cause di bassa produttività ed inefficienza.

Sin troppo spesso i lavoratori sono vittime involontarie di processi aziendali e modalità di lavoro inadeguate per i tempi che viviamo. Non basta la passione e la “voja de far ben”, che sono stati la benzina e la forza motrice degli imprenditori, soprattutto qui in Veneto. E’ necessario fare un passo indietro per prendere consapevolezza del GRANDE PROBLEMA che attanaglia le vostre imprese.

Gli SPRECHI! Cosa sono gli sprechi?

Sono tutte quelle attività che vi allontanano dal compimento dei vostri obiettivi, dalla vostra missione, dalla vostra ragion d’essere, dai vostri compiti chiave. Da consulente e analista di processi aziendali, ho sempre sentito una forte frustrazione nel perdere tempo con delle attività che non fossero strettamente collegate a due cose:

  • Raggiungimento obiettivi aziendali

  • Crescita personale

Tutto ciò che allontana da questi due obiettivi è classificabile come spreco per l’azienda e per i vostri collaboratori.

Per rincorrerli, ho lavorato ben oltre le canoniche 8 ore, ho fatto notti e weekend, come tanti. Ma più lavoravo, meno gratificato ero. Come un criceto nella ruota - tanto sforzo e pochi risultati in rapporto alle mie ambizioni. Tanti nervi ed ansia da una prestazione lavorativa sotto le mie aspettative. Ad un certo punto per acquisire un minimo di consapevolezza di cosa determina il mio senso di insoddisfazione, ho fatto un’analisi di quanto tempo dedico alle varie attività lavorative.

VA - Valore Aggiunto. NVA - Non VA, ma necessarie. NVE - Non VA ed eliminabili 

Il buco nero delle attività inutili o poco utili assorbiva circa il 80% del mio tempo. Non è uno scherzo. Badate bene, per uno “che ga voja de far e dar una man”, che ci tiene all’azione efficiente ed efficace, non c’è punizione più terribile del lavoro inutile e senza speranza. E’ un vero dramma. Immaginate di essere uno sviluppatore esperto in vena di programmare e dedicate invece il 80% del vostro tempo ad accendere il PC.

La maggior parte delle persone si adatta e si accontenta inconsapevolmente anche di percentuali peggiori. Fanno fruttare la loro professionalità e si fanno riconoscere per i restanti 20% del tempo di lavoro. Questa mentalità però, alla lunga fa pagare caro e porta inevitabilmente all’asfissia ed al fallimento delle imprese e dei loro stessi collaboratori. Tre sono i motivi principali:

  1. Impossibilità di raggiungere gli obiettivi aziendali in tempi congrui con le aspettative di mercato

  2. Crescita professionale stagnante delle persone a causa della mentalità del cricetto nella ruota 

  3. Fuga o emorragia dei talenti che scelgono altri ambienti per la propria valorizzazione 

La soluzione? Un imprenditore attento ed un piano d’azione.

E’ compito dei CAPITANI D’IMPRESA assicurarsi che tutti remino nella stessa direzione, in tempi e ritmi consoni. Si parla spesso e a dismisura di digitalizzazione e trasformazione digitale per evolvere e stare al passo coi tempi. Ma la trasformazione digitale che non porta soluzioni reali, volte ad eliminare effettivamente le attività non consone al raggiungimento degli obiettivi aziendali, non è d’aiuto e spesso aggiunge inutile complessità ad un’organizzazione imprenditoriale già complessa di per sé. Ottimizzare invece i processi di lavoro per far remare imprenditori, capitani d’impresa e le loro squadre con più grinta e vigore verso gli obiettivi aziendali è una necessità inderogabile per la sopravvivenza stessa delle vostre imprese e per il vostro successo nel lungo termine.

Tutti meritano di essere ingranati in processi aziendali all’altezza per avere la possibilità di stare all’altezza e poter dare il meglio di se stessi. Se la sequenza delle operazioni necessarie per raggiungere un obiettivo è troppo lunga e richiede troppo tempo, l’obiettivo finale viene spesso perso di vista. Si finisce per dare più importanza alle operative intermedie che all’obiettivo stesso.

Un mio amico, che fa il commerciale in un’azienda tecnologica all’avanguardia, mi raccontò un giorno di un nuovo sistema che la sua azienda aveva adottato per censire ed acquisire potenziali clienti. Questo richiedeva determinate azioni da parte dei commerciali che prima non venivano fatte. Dopo circa un mese, in una riunione aziendale, un giovane collega, forse per giustificare lo scarso rendimento in termini di vendite, ha evidenziato come fosse stato invece il più bravo a censire tanti potenziali clienti nel nuovo sistema. Peccato che questo sistema era il mezzo e non il fine. Il fine per un vero commerciale sono sempre le vendite, il fatturato. Questo è un caso semplice, ma vi assicuro che è molto frequente – scambiare mezzi per fini. E’ capitato anche a me di perdere di vista gli obiettivi chiave specifici per il mio ruolo, a causa di processi di lavoro inadeguati.

Il mio piano d’azione per ovviare a fallimenti di ruolo e di processo è semplice e viene declinato in tre fasi:

  1. STEP-IN. Analizzare i ruoli ed i processi di lavoro relativi ed identificare le cause di spreco

  2. OVERCOME. Ottimizzare i processi di lavoro analizzati, eliminando o riducendo le cause di spreco. 

  3. WIN. Porre le basi per una mentalità orientata al miglioramento continuo. Sia del processo che delle persone coinvolte. 

Avendo già raccolto i frutti di questo piano d’azione io stesso, mi appaga molto condividere i semi e le ricette adottate.

Conclusione? Agire ora

Vi ho spiegato cosa sono gli sprechi e come questi impattano sulla produttività e rispettivamente la redditività aziendale.

I veri capitani d’impresa non hanno tempo per chiedersi ed analizzare quanto sono allineate le attività dei loro collaboratori agli obiettivi aziendali. Sia in termini di tempo dedicato che di valore apportato da ciascun ruolo. Eppure è fondamentale. Prendere coscienza dei problemi è il vero primo passo da fare e rappresenta il grosso del lavoro.

Con precisi piani d’azione avvallati da esperienze significative in progetti IT e non, aiuto capitani d’impresa e le squadre da loro guidate ad acquisire consapevolezza di dove stanno i problemi per poi aggredirli e risolverli.

Un piano d’azione virtuosamente applicato porta ai seguenti benefici:

  1. Una maggiore consapevolezza circa le attività ad alto valore aggiunto, quindi più focus su esse

  2. Un maggiore spirito di squadra e collaborazione. Meno frustrazioni e meno ansia.

  3. Un maggiore focus sulla missione aziendale da parte di tutti

  4. Un maggiore tasso di ritenzione dei migliori talenti

Il buco nero delle attività inutili o poco utili non ha più diritto di esistere soprattutto in un contesto economico difficile come quello attuale. Agite subito quando i problemi sono ancora piccoli, affrontateli di petto e non con le mezze misure. In caso contrario sarete costretti ad agire con maggiore forza e dispendio di energia quando i problemi saranno grandi.

Though the Way is quite broad. People love shortcuts.

 Tao Te Ching - Libro della via e della virtù

La mia impresa è stare al fianco della vera impresa (quella produttiva), a risolvere problemi veri, ad eliminare inutile sofferenza cagionata dallo spreco di tempo e di risorse finanziarie. Sempre al fianco di capitani d’impresa per supportarli nella loro eroica missione di servire al meglio il mercato e fare profitto. Gli sprechi sono  perdita di tempo e dispersione di capitale umano e causa ultima di perdite finanziarie. Fermateli ora!